finita l’estate, e anche settembre è finito, ormai.
giornate più corte, aria più fresca. maglioni nelle vetrine.
quest’anno non ce l’ho, quella sensazione di un nuovo inizio, di un anno nuovo davanti, che mi accompagnava sempre in questo periodo.
non sto male, faccio qualche viaggetto, ho degli impegni, ma la mia vita è ferma – acque stagnanti. guardo gli altri, quelli vicino a me e quelli che non conosco ma dei quali leggo i blog, ascolto la gente, persone di 20 o 40 o 70 anni: nuovi inizi, partenze, fine di storie, nuovi amori, tentativi, una vita aperta e mobile, non sempre felice, è ovvio, ma in movimento. correnti di simpatia, di odio, di amore.
perchè io no?
la vita mi passa vicino, e basta. invisibile.
eppure io ci sono.
non vivo chiusa in casa, e neanche chiusa al lavoro.
ma pare che per me non cambi più niente, ormai.
settembre, uguale a febbraio o a luglio, di quest’anno o dei precedenti, o di quelli che verranno.
sai animuccia stasera pensavo che a me piacerebbe essere più stronza. ma proprio tanto più stronza. non così buonina, tenera , come sono. non sono capace ad esserlo. non con tutti, ovviamente. con qualcuno. e prometto solennemente che imparerò.
mi ricordi altre parole, con lo stesso significato, di persone che si pensano sfortunate, o invisibili e non sono nè l’uno nè l’altro. Credo che in queste tue righe ci sia quasi tutto, mi manca un approfondimento su come credi che le cose si muovano, mutino, siano positive. Per non restare sul pontile, insomma. Ci penso anch’io a questo essere nel flusso, oppure fuori e se qualcosa non accade non mi ritengo sfortunato, casomai mi incazzo e poi me ne faccio una ragione, ma non ho ancora un pensiero strutturato sull’argomento, agisco d’istinto. Mah, grazie per la sollecitazione, non ti sono molto utile, è vero il contrario.
“Ormai” è una brutta parola. Lasciamelo dire.
io non penso di essere sfortunata, willy. le cose, mah, penso che si muovano in parte perchè si muovono gli altri e in parte perchè ci muoviamo noi. io penso di fare di tutto per non restare sul pontile, esco, sono socialmente attiva, e così via, sinceramente non ho scrupoli in questo senso. anche per quel che riguarda il lavoro, mi sono mossa come potevo. io agisco d’istinto e cerco anche di programmare le cose e organizzarmi lucidamente, forse però c’è qualche difetto in come faccio il tutto, visto che resto nella palude -cioè, ovvio che c’è. per lo più a questo punto me ne faccio una ragione, sempre provando a tentare, a volte no…
lo so che “ormai” è brutto, rob, è questa la cosa peggiore, sto cedendo a pensare “ormai”.