ti arriva all’improvviso un invito, un giorno, non è scritto su carta pesante color avorio, con inchiostro violetto o nero, con lunghe lettere inclinate ed eleganti, e soprattutto non il luogo eletto non sarà una grande sala dagli alti soffitti illuminata da mille candele…
ti dice, misterioso ed intrigante, occhieggiando dal monitor del computer, MAZURKA KLANDESTINA (che poi, ti ha sempre dato un po’ fastidio questo uso del k invece della c, ti sembra quantomeno inutile) – piazza della repubblica, roma, il 18 dicembre alle 22,30, sotto il porticato…..
ci vai, la curiosità è la gioia della tua vita, chi arriva con l’organetto, chi con il violino, chi con la chitarra, amici, ragazzi, persone di tutte le età, si suona e si balla, mazurka, scottish, valzer, chapelloise – fa freddo, ma abbracci il tuo compagno di un’ora, di una sera o della vita e balli – e passano le ore. qualcuno ha portato qualcosa da mangiare e bere insieme – all’alba si rimette tutto a posto e si torna a casa………………………..
da allora, milano a piazza affari, la galleria di napoli, caserta, genova, torino, venezia……….
queste danze mi affascinano, sono bellissime…e trovo meravigliosa e poetica questa cosa di partire, prendere il treno e andare lontano, in un’altra città o addirittura in un’altra nazione, incontrarsi con persone sconosciute in una piazza, all’aperto, e ballare fino all’alba, e poi ripartire. mi sembra una storia di poesia e libertà, che asseconda pulsioni profonde e afferma la musica che c’è dentro ad ogni essere umano e che ci accomuna, ovunque siamo.
le città sono nostre, questi spazi non sono fatti -solo- per correre in fretta da una parte all’altra, per metterci negozi, parcheggiare o attrarre i turisti. sono spazi nei quali si può e si deve vivere. mazurka clandestina, in quanto non si ha il permesso di occupazione di suolo pubblico, e ci si domanda, ma perchè dover chiedere il permesso per ballare in una piazza – se è pubblica, è mia. il cittadino è ormai fatto per il sistema, deve comprare, lavorare, essere omologato. non è più il sistema ad essere fatto per l’uomo. la fantasia desta sospetto.
e la mazurka klandestina è una grande fuga di fantasia, che sfida l’assurdo, ore di treno, dormire in posti di fortuna, quando si dorme, per ballare un ballo malinconico e poetico con uno sconosciuto.
ps il video, non so se sia buono, da qui non posso vederlo, poi a casa controllo ed eventualmente ve ne posto un altro…
è bella questa storia della mazurka klandestina..si potrebbe scrivere un racconto, che dici?..di una tipa che riceve un’email per sbaglio, con questo invito, e anzichè respingerla, decide di andarci. l’ambiente potrebbero essere i portici di torino in novembre, con un po’ di nebbia. c’è gente varia , poca (descrizione delle persone), gli strumenti, un uomo avvicina la tipa, inizia a ballare…non si dicono i nomi, non sono importanti. lui la stringe in vita, preme il bacino contro il suo, potrebbe…ma lei si stacca, ha paura di quello che non conosce..oppure ci sta. potrebbe essere un racconto, si. scrivilo, dai 🙂
Bella l’idea del racconto, ma bella anche la realtà che già esiste.
Non pensavo ci fossero questi incontri “klandestini” se non nelle pagine,appunto, di letteratura.
E bello è aver lo spirito di parteciparvi.Affascinante come una realtà possibile e ,in questo caso,realizzata.
Anche ciò è libera espressione di sè stessi.
Liberi.
🙂 eh, minnie, vedremo, perchè no? la situazione si presta….
bruno, infatti…occhi aperti e si scoprono tante cose!
ma noi, Bruno, siamo scrittrici..e quindi basta un si bemolle per imbastire una storia 🙂
è di queste realtà che sono ghiotta.
bellissimo post,
🙂 vi inoltro il prossimo invito!
Anche a me, anche a me!
bello davvero.
mistero e fascino da tagliare a fette.
ai seguito il consiglio di Minnie?
hai scritto il racconto?
beh, ragazzi, sabato 18 dal pomeriggio a notte inoltrata, festa alla garbatella, dalle 17,30 circa a notte fonda! il quartiere diventa in gran parte pedonale, in ogni strada e piazza si suona e si balla…e in una di queste piazze ci sarà anche la mazurka, dalle 21….
http://www.controchiave.it/2011/06/03/festa-per-la-cultura-2/
il racconto maria ancora no, un giorno, chissà… è che è una cosa particolare, bisognerebbe essere bravi a dare al racconto un taglio tale che non risulti melenso o falso, non so.
sì, capisco la difficoltà. Hai ragione.
Dargli l’atmosfera giusta senza esagerare…
Sarà che a ma piacciono le “sfide”…
Peccato che io non abbia modo di vivere la tua esperienza…
Diverti, mi raccomando.
The biggest mistake that someone makes when they go through a bad breakup
is to call their ex constantly. Although the breakup might leave you feeling confused and lonely, you might still feel like to healing the wounds
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space, a breathing room.