avevo paura che finisse male, quei due che si erano incontrati per caso ed erano diventati indispensabili l’uno all’altra nel giro di poche ore, e si capivano senza neanche guardarsi. avevo il dubbio che fosse un libro di fantascienza, mmmh. io non capisco neanche dopo anni. o magari non voglio capire. sono solo parole, quelle che si dicono, messe lì una dopo l’altra, come soldati condotti al macello, in fila, senza un perchè, solo perchè sì, perchè qualcosa si dice, o si fa? le parole, hanno un significato? non credo. i fatti, ce l’hanno? quali fatti? ogni fatto significa o no.
quello che è vero è che io sono giù. con un libro, un computer e troppo tempo a disposizione, e vivo perchè ci sono, ed è tutto lì. e vorrei una storia scarnificata, una dose omeopatica di storia, di più non potrei reggere. la fondamentale solitudine degli esseri umani, ci si combatte tutta la vita arrivando solo molto raramente ad avere, per un po’, la sensazione di averla battuta. ma vince lei, e magari va bene così.
questo scrivevo ieri, oggi ho finito il libro.
era fantascienza, quei due erano oltre il muro del suono dell’amore, totalmente presi e persi e per sempre, in maniera misteriosa e insondabile, nel giro di pochi giorni:
demain ils ne seraient plus seuls, ils ne seraient plus jamais seuls, et quand elle eut soudain un frisson, quand il sentit, presque en meme temps, comme une vieille angoisse oubliée au fond de sa gorge, ils comprirent tous les deux qu’il venaient, au meme instant, sans le vouloir, de jeter un dernier regard sur leur ancienne solitude. et tous les deux se demandaient comment ils avaient pu la vivre.
ora sto meglio? mica lo so. forse sì e forse no. c’è, allora, ma al di là della vetrina, e tu sei perennemente lì con il naso schiacciato contro il cristallo freddo, anzi il tuo respiro l’appanna e a tratti neanche riesci a vedere bene al di là.
sto un cesso, ‘sti giorni, diciamolo. ma basta sopravivvere e passa, più o meno.
“la grande, tremenda verità è questa: soffrire non serve a niente”
(Cesare Pavese)
un altro abbraccio, Anima!
La sofferenza non ha un senso in sè, siamo noi a doverglielo dare, qualunque esso sia.
E comunque Simenon (quello dei non -gialli) quando ci si mette è un depresso cosmico, non so se lo leggerei quando non mi sento tanto bene.
Esiste un amore così? Forse solo nei libri … 😦
E anche esistesse, potrebbe durare per sempre nella stessa maniera e con la stessa intensità?
Un abbraccio forte, Anima, perchè tu riesca a scacciare la sofferenza (o a limitarla) e perchè ritorni presto a sorridere, ciao
passerà….un senso alla sofferenza? non so. la perdita di qualcosa, salute, una persona cara, un amore, le illusioni, si perdono tante cose, forse il senso è dare senso a quello che c’è. capire che ci sei, e ci sono queste meravigliose giornate di primavera. simenon finito,tanto, arte, ora sono passata ad un altro libro (la vita di un pianista russo fuggito ed emigrato ad amsterdam). hai ragione comunque, in questi momenti vanno scelte bene le letture…
ilmiosguardo, hai perfettamente ragione – se pure esiste, anche nella vita reale, non può reggere in tanta perfezione per sempre, e credo neanche a lungo, temevo infatti che il libro finisse male il che mi avrebbe rattristato ancora di più – amo le storie a lieto fine, che ci devo fare….
Non ci devi far nulla Anima, anch’io amo le storie a lieto fine, chè di brutte già ce ne riserva a bizzeffe la (crudele spesso) realtà!
Buona settimana, ciao
non so se è qualcosa nell’aria, ma torino è lontana da roma, eppure due mie amiche carissime sono depresse, combattono, non si arrendono ma è faticosissimo. forse a ME MI salva l’ansia, la paura di morire a prescindere, mi salva il mio sangue ormai ripieno di lorazepam, o il fatto che non voglio cedere alla depressione. o forse perchè scrivo..ho scritto un racconto di un marito che ammazza la ex moglie, magari te lo mando ehhh….ti ho pensato molto in questo periodo, mi sono vista nella tua situazione, perchè potrebbe succedere ugualissima, e chissà se mi colpirebbe così : adesso dico di no, ma magari poi sì. si deve andare avanti, per i figli, assolutamente prioritari. l’amore..chissà se esiste veramente, Nì…
p.s. in spagnolo utilizzano molto la forma riflessiva A ME MI….olè 🙂
Tenete duro, ce n’è per tutte
di cose belle e di cose brutte
perdonerete questa parole
volevo dirvi: non siete sole
Da domenica se è possibile sto un po’ peggio.
E dire che aspettavo con ansia il fine settimana e il bel tempo.
Forse perché sto guardando la realtà dritta negli occhi.
Ciò che vedo non mi piace.
Sento il passare del tempo veloce. E io mi sento immobile nel mio essere stupida.
Passerà, Nico?
Io me lo auguro. Per tutti.
Un abbraccio
passerà sì, ma non da solo. cioè, anche da solo, ma se proviamo a dare una mano al tempo si farà prima. è primavera, e tutto ci chiama alla vita, ad andare oltre, a non rimuginare e a usare bene il tempo residuo, poco o tanto che sia. almeno, la teoria è questa, e bisogna provarci….