non, je ne suis pas Catherine Deneuve

e in fondo va bene così.

non ha una grande importanza.

tutto scivola, tutto scorre, tutto passa. forse c’è anche bellezza in questo, una bellezza segreta, nel lasciarsi andare, nel lasciar perdere. non mi sembra poi che chi combatte continuamente per le piccole  e grandi cose comunque irraggiungibili sia più felice di me.

dico di sì, che va bene, al mondo che mi dice di no.

non mi sistemano questa nuova stanza? va bene lo stesso, tanto non è propriamente mia, poi vado via.

mi hai messo paletti, quando dicevo che volevo qualcosa di più? va bene, magari è meglio, sì. in effetti.

non ho bellezza, nè qualità particolari, non c’è poesia in quello che dico, nè una speciale originalità? pazienza, lo so pure io, cercate altrove che avete la mia comprensione 

forse mi sfrondi un po’ l’orario di lavoro? ma sì, magari è meglio, mi fai un piacere, avrò più tempo  libero. camminerò e dormirò e leggerò e farò fotografie.

in bianco e nero, magari, come la mia vita, che non per questo al contrario delle fotografie è più suggestiva.

non voglio più costrizioni nè impegni, al di là di quello che è strettamente necessario. voi fate come volete, io mi adeguo, basta che conservo libertà per le cose fondamentali. non sopporto neanche impegni ludici troppo stringenti, nicchio.

da sola posso.

ho una scatola dei ricordi, dentro ci ho messo l’amore, il sesso, le grandi amicizie, le grandi aspirazioni, i programmi per il futuro, le speranze che vanno al di là di stanotte, le illusioni perdute, la voglia di pensare a ieri, la voglia di pensare a domani, e sul fondo anche musica, e sensazioni, magliette scollate, bicchieri di vino, ……

ma voglio tenerla nell’armadio, senza aprirla. lì in fondo, fa parte della mia vita ma non è bene avere troppa nostalgia.

8 thoughts on “non, je ne suis pas Catherine Deneuve

  1. Anima,
    nonostante le (incredibili! credimi) similitudini tra me e te, tu sei (eri?!) molto più restia di me a tirare i remi in banca, ad arrenderti alla malinconia.
    e ora, a sorpresa, molli? ok c’è la necessità di quella sensazione di tranquillità/pace/libertà senza la quale ti (ci!) sembra di soffocare, ma questo innalzare bandiera bianca non è da te.
    un abbraccio

  2. Ma no. Io ti sento consapevole, forte, capace di trovare in te, e non negli altri, o in come in loro ti vedono, le tue risorse. Ti ammiro, e non c’è ombra di ironia in questo. E ti auguro di essere serena, e magari anche felice.

  3. “Se ti pieghi ti conservi,
    se ti curvi ti raddrizzi,
    se t’incavi ti riempi,
    se ti logori ti rinnovi,
    se miri al poco ottieni,
    se miri al molto resti deluso”

    (dopo che ti sei piegata, ti devi pure raddrizzare, però)

    • scrivo qui per tutti, non so perchè il computer si ribella… che dire, non so se sto tirando i remi in barca, mi sembra di essere semplicemente più consapevole dei limiti miei e altrui e dell’inutilità di combattere troppo, specialmente contro le cose che non dipendono da me….cerco affinità e non adattamenti. cerco libertà e non forzature. mi sento forte, in definitiva, in questo periodo particolarmente avverso, anche se spesso sono triste. devo raddrizzarmi un po’ di più, questo sì, piano piano si farà, anche se a volte è faticoso….

  4. è che alle volte una è pure stanca. di stare sempre a combattere, di avere male. un paio di giorni fa ero in macchina con una mia amica, una di quelle che ne ha passate tante, e piangeva per un cretino, e le ho detto : dai Anto, che ne hai viste di ben più gravi. lei mi ha risposto così..vedi Cri, noi siamo come gli ex alcolisti, quelli che non possono bere manco due dita di vino che se no tornano a bersi il mare. noi non lo reggiamo più lo star male, l’abbiamo bevuto troppo, siamo stanche, adesso abbiamo bisogno di stare bene, anche solo uno sgambetto pare un ruzzolone gigante. Un bacione, Nì…

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