così era il titolo di un libro di thomas hardy….
non so, facebook mi ha un po’ stancato, il blog è più vicino al mio modo di essere. Questo mondo virtuale, dove lasci trasparire troppo di te, e tu diventi troppo stilizzata e semplice, questa condivisione alla fine falsa di pensieri che non possono essere compiuti, per lo più, per motivi di spazio e di luogo, e che diventano aforismi spesso superficiali alla ricerca di consenso.
la partecipazione civile, che non è questo: condividere stati, raccogliere firme e consensi, mettere mi piace, non è questa la lotta vera, non è questo partecipare. la partecipazione è un’altra cosa, è complessa, è fatta di carne e di pensiero, di discussione, è toccare le cose e le persone e metterci la faccia davvero. così, con un click, ci si mette la coscienza a posto, e intanto il mondo prosegue la sua corsa.
lì tutto diventa superficiale, o anche pesante, o troppo leggero, e comunque alla fine irreale.
e poi porta via un sacco di tempo, ci sono persone che ci passano giornate, a cambiare stato, scrivere aggiornamenti, commentare di qua e di là, a qualunque ora del giorno e della notte apri le trovi sempre lì – pure io, ok, ma per lo più guardo, magari scambio due parole in chat con qualche amica lontana e chiudo, e comunque comincia a stancarmi.
questa sovraesposizione di stati d’animo, questa perenne vetrina, continui cambi di foto del profilo, tesi a farci vedere bellissimi/e e fichissimi/e, siamo tutti al grande fratello, mah.
dovremmo provare a tornare a qualcosa di più articolato, di più complesso, di più intimo davvero. leggere di più, scrivere di più, uscire di casa e agire nel mondo.
dovremmo, ma son cose che fan paura
dovrebbe farci paura anche il fatto di esporci così, di far sapere tutto di noi, dove siamo con chi siamo cosa facciamo dove siamo stati cosa pensiamo…… gli amici sono una cosa, ma il resto del mondo non è tutto bene intenzionato.
e dovremmo avere paura di chiuderci in casa e perdere il contatto reale con le persone…. (con alcuni, sarebbe meglio perderlo, ok)
Mah, non saprei. Mi sembra che l’eterno problema qui sia di confondere lo strumento con il fine.
indubbiamente sono strumenti diversi e hanno fini diversi (almeno in parte)…. non so, in questo periodo non mi ci ritrovo troppo
…pensa che non ti facevo affatto “una da FB”; ci credo che tu non ti ci senta a tuo agio.
ciao cristina, invece ci vado, e anch’io ho i miei 300 amici… ma mi sto un po’ disamorando, è un periodo di introspezione.